sabato 14 maggio 2022

INDICE

PSICOLOGIA

LA COMUNICAZIONE NEI GRUPPI  

L’ADOLESCENZA TRA VULNERABILITA’ ED INQUIETUDINE

FLASHBULB MEMORIES ED ESPOSIZIONE AD EVENTI ALTAMENTE STRESSANTI

LA MENTE SECONDO JUNG  

TUTTI GLI ATOMI DEL TUO CERVELLO. Viaggio affascinante nelle cellule del sistema nervoso centrale (SNC) 

PSICOLOGIA  DEL  TURISMO  E  COGNITIVE  MAPPING

IL CAMBIAMENTO COME CRASH DIVING

ALTAQUOTA E GESTALT PERCETTIVA

LE SIMBOLOGIE E LE POLARITA’ CORPOREE FEMMINILI NELL’OPERA DI OVIDIO “LE METAMORFOSI”

CYBERPSICOLOGIA

TEORIA E MODELLO DELLA MENTE ESTESA (MME)

NEL MONDO DELLE MACCHINE - La relazione uomo – macchina

CRIMINOLOGIA  E  SCIENZE  FORENSI

CRIMINI E TERRITORIO.  IL GEOGRAPHIC PROFILING

LA LINGUISTICA  FORENSE  PER L'IDENTIFICAZIONE DELL'AUTORE  DI  UNO  SCRITTO  ANONIMO

IL FALSO GRAFICO E IL "DNA DELLA SCRITTURA"

STILI DI COPING NELLA DONNA VITTIMA CONOSCIUTA

TRE MILLENNI DI CRIMINE

ANTROPOLOGIA

Chinese Vlogger - LI ZIQI 李子柒 - ALLA SCOPERTA DELLE TRADIZIONI NELLA CULTURA CINESE

ANTROPOLOGIA  MUSEALE

MUKBANG E SOCIAL-EATING METTI UN AMICO VIRTUALE A CENA

TOUR DELLA SALA MESOAMERICA E AMERICA CENTRALE DEL MUSEO PIGORINI DI ROMA

BIG  PERSONALITY

BRUCE LEE E LO STILE DEL SUPER DRAGO

MARIE CURIE E COME LA FORTUNA AIUTA LE MENTI PREPARATE

HARRY HOUDINI E "IL MODO GIUSTO DI SBAGLIARE"

SCRITTI SULLE METROPOLI

I GLADIATORI NELL'ARENA DEL COLOSSEO

IL BOSCO VERTICALE DI MILANO E THE FLYING GARDENERS

REBIBBIA  E  IL  SUO  GENIUS  LOCI

MISCELLANEA

WELCOME IN THE NEW METROPOLIS

IL PARCO NAZIONALE DELLA SILA CANDIDATO AL "WORLD HERITAGELIST" DELL'UNESCO

PER TUTTE LE  ETA’

LA  FAVOLA DEL GATTO DETTO MICINO LA PESTE E IL DECALOGO DELLA SCATOLETTA NUMERO 1

lunedì 2 maggio 2022

Recensione del manuale PSICHIATRIA TERRITORIALE Strumenti clinici e modelli organizzativi. A cura di Giuseppe Nicolò e Enrico Pompili – Raffaello Cortina Editore – 2021

 

Il volume si presenta come un lavoro di estrema rilevanza, anche per riflettere sull’attuale organizzazione dei Servizi di Salute Mentale (SSM) nel nostro Paese, in un momento storico in cui la salute mentale richiede sia l’attuazione di nuovi progetti di prevenzione atti a contrastare l’incremento dei disturbi mentali nella popolazione, sia l’impegno nella definizione di percorsi di cura e riabilitazione che sfruttino le potenzialità insite nella rete istituzionale e in quella umana. Uno dei maggiori problemi attuali, è dato dal fatto che i Servizi di Salute Mentale (SSM) in Italia, presentano un’ampia diversificazione sull’intero territorio nazionale, sia in termini di risorse economiche fruibili sia per numero di operatori disponibili e loro specifica formazione. Negli ultimi decenni inoltre, una serie di criticità quali: crisi economiche, catastrofi ambientali, problemi occupazionali, fenomeni migratori hanno contribuito a minare il senso di stabilità e di fiducia nel futuro.

Contestualmente, l’incremento dei casi presi in carico dal sistema sanitario pubblico ha portato alla necessità di cercare nuove risorse, anche attraverso forme di collaborazione tra i Servizi di Salute Mentale e le agenzie/istituzioni sparse su tutte il territorio. (Forze dell’ordine, comuni, consultori, dipartimenti di prevenzione, autorità giudiziarie, ect.)

Il riconoscimento di come la malattia mentale abbia un impatto multidimensionale nella vita del paziente, ha determinato inoltre  l’attuazione di interventi basati su un modello di tipo bio-psicosociale che consideri quindi, dimensioni di tipo neurobiologico, sociofunzionale e familiare. A riguardo, si consideri come l’interpretazione teorica – molto in auge nei decenni passati – secondo cui, la famiglia era da ritenersi la causa dell’insorgenza dei disturbi mentali del proprio familiare (con conseguente estromissione dal percorso di cura e di riabilitazione) sia stata ribaltata, in tempi recenti. Questo ha reso possibile l’inclusione dell’intervento educativo familiare nelle principali linee guida internazionali. A riguardo, si cita lo studio ROAME (A Roadmap for Mental Health Research in Europe) finanziato dalla Commissione Europea che ha documentato il ruolo chiave della famiglia in quelli che sono i percorsi di cura, di reinserimento sociale, di sostegno alla vulnerabilità ed allo stigma causati dalla malattia mentale. Un approccio moderno alla cura, prevede anche che il team multidisciplinare sia formato su trattamenti psicosociali EB (Evidence-Based), interventi di recovery e interservizi user-centered rivolti a specifici target di popolazione.

In quasi mille pagine di trattazione, questo volume affronta tematiche complesse, con capacità analitica e tecnica estremamente profonde. Vengono illustrati nuovi modelli per affrontare la severità e complessità dei disturbi mentali con indicatori d’esito per definire sia la recovery clinica che personale, nonché per stabilire i principi per organizzare ed integrare il lavoro delle reti  in psichiatria, con particolare attenzione alle criticità cliniche e di gestione amministrativa, relativi punti di forza ma anche limiti impliciti nei programmi di politica sanitaria.

Appare evidente come  stia sempre più delineandosi, una nuova concezione della cura che preveda l’impiego di équipe multidisciplinari, in grado di collaborare con l'intero territorio. Seppur sussistano ancora, enormi divari amministrativi ed organizzativi, le varie agenzie e strutture dovranno condividere comunque, il medesimo approccio terapeutico improntato alla massimizzazione dei benefici indotti dalla relazione. Questo significa favorire la remissione della malattia, grazie anche ad interventi in ambito esistenziale come il reinserimento sociale ed il sostegno tra pari.

Nella prima parte del volume dal titolo “SMI e i nuovi modelli dei disturbi mentali: la complessità come base degli interventi”, si sottolinea come la maggior parte dei Servizi di Salute Mentale che operano sulla base di interventi tecnicistici e meno relazionali di tipo EBP (Evidence Based Practice) dovrebbero occuparsi dello sviluppo di reti sociali, con cui promuovere strategie di resilienza. Il processo di cura dovrebbe, quindi, basarsi sulla riduzione dei sintomi transindromici, favorendo l’integrazione dei fattori categoriali e dimensionali, le strategie di empowerment nonché lo sviluppo di dinamiche relazionali. La remissione dei sintomi (recovery clinica) non può quindi essere scissa dalla recovery personale attraverso cui, l’individuo giunge a recuperare un significato profondo della propria esistenza, ritornando ad essere motivato e proattivo. Il senso della propria identità appare quindi, imprescindibile dal raggiungimento dell’emancipazione e da una visione positiva del proprio futuro.

Nella seconda parte viene affrontata  l’“Organizzazione dei servizi: costruzione della rete e principi dell’integrazione in psichiatria”. I dati italiani che registrano un incremento dei disturbi mentali hanno posto l’accento, sulla necessità di promuovere nuove strategie di prevenzione, pianificando progetti in grado di favorire il benessere mentale nei luoghi di lavoro, tra gli anziani e in altre fasce vulnerabili della popolazione. Tutto ciò, senza sottovalutare il potenziamento dei fattori con cui sostenere il well-being  e l’advocacy. Occupandosi tra l’altro, anche dello stress lavoro-correlato, delle emergenze e degli interventi di prevenzione del suicidio. Ad ogni modo, i progetti futuri dovranno tener conto anche di alcune criticità importanti come: la riduzione di personale che lavora nel settore sanitario, il rischio di fenomeni di reinstituzionalizzazione dei malati, l’eterogeneità dei servizi sul territorio nazionale.

Vengono illustrate poi, le prospettive di politica sanitaria nel nostro Paese, partendo dall’analisi della normativa di riferimento; l’organizzazione dei servizi che si occupano di salute mentale e relativi indicatori di qualità, con riferimento agli SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura), day-hospital, REMS (Residenza per l’esecuzione delle Misure di Sicurezza) e alla popolazione carceraria. Si pone quindi particolare attenzione a come organizzare gli interventi riabilitativi, mettendo in atto strategie che consentono di transitare da quelli che sono gli interventi psicosociali EB a quelle che sono le strategie psicosociali EB vere e proprie.

Nella terza parte vengono presentate le “Le tecniche di intervento” come: SST (Training delle abilità sociali o Social Skills Training), Cognitive Remediation (CR), Psicoeducazione, Barcelona Model, Life Goals Program, Interpersonal and Social Rhythm Therapy o IPSRT, Coping Strategy Enhancement (CSE), Integrated Psychological Therapy (IPT) e altri interventi di sostegno per le famiglie dei pazienti affetti da SMI. Viene inoltre dedicato un particolare approfondimento ai pazienti farmaco resistenti e alle tecniche di de-escalation e tranquillizzazione rapida per la gestione delle condotte aggressive.

Nella quarta parte “Modelli di intervento integrato per popolazioni speciali” si affrontano tra l’altro i disturbi dell’alimentazione, quelli dual diagnosis, gli esordi psicotici in preadolescenza ed adolescenza, le problematiche in termini di salute mentale dei migranti, il disturbo ossessivo-compulsivo e quello d’accumulo, ect. Viene inoltre presentato il CBT–E multistep, un setting implementato dall’équipe multidisciplinare, di tipo non eclettico, strutturato secondo 4 fasi di cura: ambulatoriale, ambulatoriale intensivo, ricovero e terapia ambulatoriale successiva al ricovero, il cui vantaggio è quello di offrire un trattamento aderente ad un’unica teoria di riferimento.

Nella quinta ed ultima parte dal titolo “Il lavoro in team in psichiatria” vengono presentati alcuni degli strumenti utilizzati per analizzare il grado d’accordo e certezza in un sistema ad alta complessità (come l’équipe multidisciplinare). Tra  questi: la matrice di Stacey, la valutazione delle dinamiche di cooperazione e competizione (teoria dei giochi), l’impiego della leadership generativa e l’acquisizione di una visione condivisa. Il focus della trattazione si sposta poi, sull’intermediazione tra agenzie/istituzioni territoriali e su quello che è il ruolo svolto dal servizio territoriale nella gestione dell’ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) e del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Infine, si offre una panoramica di quelle che sono le prospettive emergenti, tra cui la psichiatria computazionale e l’e-psychiatry. In particolare, l’uso della tecnologia digitale consente di dar voce alla propria esperienza, permettendo anche l’accesso a nuove informazioni e prospettive.


 

RECENSIONE DEL LIBRO - PSICOTERAPIA COGNITIVA. Comprendere e curare i disturbi mentali. A cura di Claudia PERDIGHE e Andrea GRAGNANI - Raffaello Cortina Editore, 2021

 

La terapia cognitivo-comportamentale o Cognitive Behavioural Therapy (C.B.T.) è una diffusissima tecnica psicoterapeutica utilizzata per la cura di svariati disturbi psicopatologici. I costrutti di base a cui fa riferimento, si fondano su un impianto teorico alquanto eterogeneo e i cui precursori sono individuabili in Albert Ellis (promotore tra l’altro del metodo R.E.B.T. o terapia razionale-emotiva), Aaron Beck e George Kelly.

Per capire come la psicoterapia cognitiva si sia sviluppata e perfezionata nel nostro Paese, bisogna fare un salto indietro nel tempo, fino alla costituzione a Roma, nel lontano ottobre del 1977, del Gruppo di Psicoterapia Cognitiva con sede in via degli Scipioni. Tra i membri: Gabriele Chiari, Georgianna Gardner, Vittorio Guidano, Gianni Liotti, Francesco Mancini, Mario Reda. Anni dopo, l’entusiasmo e la proficua collaborazione interdisciplinare spinse i componenti del gruppo originario a separarsi, per raggiungere nuove mete professionali. Tali iniziative si rilevarono propulsive e feconde e facilitarono  la diffusione accelerata del cognitivismo in ambito clinico (ad es. il cognitivismo evoluzionista di Gianni Liotti, il Terzo Centro di Antonio Semerari e relativi studi sulla metacognizione, il Laboratorio Post-razionalista di Maurizio Dodet e altri ancora). Le linee guida del gruppo originario che furono confermate nel tempo, meritano di essere ricordate anche in questa sede. Tra queste: la precisa ed attenta formulazione del caso, l’importanza dell’individuazione dell’intervento di psicoterapia più efficace per ogni specifico disturbo ed infine tener ben presente come l’escalation che ha portato al disagio del paziente sia un evento che si articola secondo un gradiente di tipo quantitativo.

Tali conferme puntano sull’evidenza clinica, secondo cui, non esisterebbe un crinale netto tra normalità e patologia ma viceversa un continuum. Detto con maggiore chiarezza - secondo la psicopatologia che è sotto la lente d’ingrandimento della psicoterapia - ciò che contraddistingue il disagio è il gap quantitativo e non qualitativo. In virtù di tale considerazione, è evidente che gli stessi costrutti che la mente utilizza per interpretare le emozioni negative sono necessariamente i medesimi da impiegare per il disvelamento dei disturbi di matrice psicopatologica, mentre ciò che distingue la mente patologica da quella sana sono i livelli di esacerbazione dell’emozione riferita. Per l’assunto costruttivista ciò che rende una particolare esperienza dolorosa o catastrofica è, in primis, imputabile alla modalità con cui è stata interiorizzata, ossia rappresentata a livello mentale ed emozionale.

Ulteriori e pregevoli contributi esplicativi sono resi dalla Theory of Mind (T.O.M.)secondo la quale, i mattoni della mente sono gli scopi e le rappresentazioni, mentre il modello di Beck e Young ci aiuta ad individuare gli schemi di funzionamento mentali patogeni che sottendono la sofferenza interiore. Infine, il modello di Kelly appare necessario per capire l’incidenza del fattore vulnerabilità in quello che è l’innesco dello scompenso stesso e che mantiene il quadro  patologico, nonostante i “costi” sottesi ed i paradossi di fondo. In tal modo, sarà possibile individuare il nucleo critico della personalità che può mostrarsi in tutta la sua fragilità, se sollecitata da peculiari stress.

Riprendendo poi, il tema del paradosso in psicopatologia e le manifestazioni più eclatanti che lo riguardano, ricordiamo la coazione a ripetere, il vantaggio secondario della malattia che esplicherebbe un’azione di rinforzo sulle condotte anomale ed infine, il perseguimento da parte della personalità in quello che può essere definito il non-cambiamento. Questo con l’obiettivo di mantenere un grado di coerenza interna del sistema stesso.

Tra i meriti di questo pregevole volume, è evidente la spinta a sollecitare e stimolare, il perfezionamento del ragionamento clinico sulla base di dati evidence-based, restituendo al lettore una sintesi di quello che è un lavoro complesso e prezioso, di ricerca clinica che dura da oltre un ventennio.

Il percorso di lettura è articolato in tre sezioni, a partire da quella d’apertura che rende la spiegazione dei fattori che causano la patologia e che stabilizzano il funzionamento della mente secondo schemi disfunzionali. Viene inoltre analizzata la fenomenologia dei vari disturbi mentali con relativo profilo interno, distorsioni cognitive e relative tecniche di ristrutturazione cognitiva (Imagery Rescripting, accettazione, E.R.P. o esposizione con prevenzione della risposta, Control Mastery Theory o teoria della padronanza del controllo, behavioral activation, ect.) con l’obiettivo finale di raffinare le conoscenze dei processi mentali, plasmando in maniera consapevole ed accettante quello che in definitiva sarà un comportamento funzionale che realizza il benessere dell’individuo e che pone di fronte alla realtà con aspettative realistiche ed equilibrate tra quelli che saranno successi ma anche sconfitte.